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L’ottimizzazione per i motori di ricerca (SEO) e il copywriting moderno sono due elementi interconnessi che svolgono un ruolo cruciale nella creazione di contenuti online di successo. In un mondo digitale sempre più affollato, dove la visibilità online è un elemento chiave per il successo di qualsiasi azienda o individuo, la sinergia tra SEO e copywriting è fondamentale.
Il copywriting moderno non si limita a scrivere testi accattivanti e coinvolgenti, ma integra anche le migliori pratiche SEO per assicurare che questi contenuti siano facilmente trovati dai motori di ricerca come Google. Questo approccio non solo aumenta la visibilità del tuo contenuto, ma ne migliora anche la rilevanza e l’accessibilità per il pubblico di destinazione.
In questo articolo parleremo della gestione degli heading e dei paragrafi, dal titolo principale h1 passando ai titoli secondari h2, h3 e così via fino all’h6.
Che cosa sono i titoli h1, h2 e h3 (fino a h6)
Le intestazioni o headings sono gli elementi testuali con cui si indicano visivamente e semanticamente i titoli, attraverso i quali possiamo impostare l’architettura e l’organizzazione del testo di una pagina, influenzando così anche la lettura e la comprensione del contenuto sia per gli utenti che per i motori di ricerca. In pratica, sono gli strumenti con cui possiamo definire e descrivere i vari argomenti e sottoargomenti che trattiamo all’interno del contenuto.
Il linguaggio HTML con cui sono codificate le pagine web definisce sei livelli di titoli, introdotti dalla lettera h che è l’iniziale di heading:
- tag h1
- tag h2
- tag h3
- tag h4
- tag h5
- tag h6
Il numero progressivo definisce, in concreto, la gerarchia tra i titoli, dove il titolo h1 è il livello più alto ossia il titolo principale del nostro articolo fino all’h6 che risulterà il meno importante; il titolo H1 è associato al titolo dell’articolo, mentre l’h2 viene utilizzato come sottotitolo per i paragrafi assieme all’h3 ed eventualmente all’h4; i titoli h5 e h6 vengono invece utilizzati raramente, ma possono essere d’aiuto a formattare articoli molto lunghi.
La funzione degli heading title
Gli heading servono a dare una corretta leggibilità e fruibilità degli articoli, sia per gli utenti che per i MDR o Motori di Ricerca (Google in primis, poi Bing e altri); in sostanza l’applicazione della corretta gerarchia degli heading aiuta i lettori e i bot di Google a comprendere rapidamente l’argomento su cui verte quel paragrafo e quella sezione del contenuto.
Quindi gli heading sono fondamentali per navigare attraverso i contenuti on page, ricordandoci sempre che l’utente legge diversamente sul web che sulla carta stampata; sul web l’utente tende a “scansionare” la pagina alla ricerca di quei contenuti testuali o visuali che catturano la sua attenzione e in questo gli heading la fanno da padrone. Gli heading dei vari paragrafi, rendono il testo molto più organizzato nelle varie sezioni al contrario di un testo non formattato e visualizzato in un blocco unico di lettura complessa.
Come inserire i tag heading nel testo
Dobbiamo sempre, prima di scrivere un testo per il web, immaginarne la successiva struttura e suddivisione nei vari paragrafi/capitoli. In questo modo possiamo fissare da subito quali sono gli argomenti da trattare, quale spazio necessitano e, soprattutto, quale rapporto gerarchico li lega. Questo ragionando strategico renderà più semplice inserire i vari heading, che serviranno naturalmente a dividere i vari paragrafi e a introdurre eventualmente approfondimenti sul tema che possano incuriosire e interessare il lettore e naturalmente, rispondere al search intent individuato da Google.
La Search Intent è un utile indicatore delle intenzioni degli utenti che visitano il nostro sito web.
Search Intent è traducibile come “intento di ricerca” degli utenti che digitano nella barra di ricerca le cosiddette “query” (parole di ricerca). Ed ecco che, per un’azienda, conoscere quelle query e il modo in cui un utente atterra sul proprio sito diventa fondamentale.
In termini pratici, inserire i tag heading nel testo è un’operazione molto semplice, utilizzando l’editor testuale di WordPress WYSIWYG, possiamo inserire i tag headings direttamente nel testo su cui stiamo lavorando, selezionando la voce specifica dal menu a tendina che generalmente si trova in alto a sinistra nella barra degli strumenti.
Come usare gli heading h1, h2 e h3
Dobbiamo sempre pensare che l’obiettivo che dobbiamo raggiungere con la strutturazione in paragrafi è rendere più agevole la lettura del testo per le persone.
Le linee guida SEO indicano di utilizzare un solo heading h1 per testo o pagina, in quanto saranno l’indicatore principale del nostro macro argomento. L’h1 rappresenta l’headline di una pagina web, il titolo dell’articolo che l’occhio umano concretamente vede in alto al testo o che cattura l’attenzione sfogliando la home page; se il nostro articolo tratta un unico argomento, sviluppato e articolato in vari paragrafi, sezioni e sottosezioni, è indicato utilizzare un solo heading h1.
Per quello che riguarda invece i “titoli secondari” che servono a definire il testo in paragrafi con titoli e sottotitoli, ne possiamo liberamente utilizzare quanti riteniamo opportuni per strutturare il contenuto nella maniera migliore per il lettore. Ciò che conta è realizzare e pubblicare un testo che sia ben organizzato e strutturato, che risulti “visivamente” chiaro e aiuti il lettore a formarsi immediatamente un’idea del tema che sarà trattato e del modo in cui se ne parlerà. In genere, il primo paragrafo introduce il topic, mentre tutte le sue sfumature e declinazioni saranno approfondite nei paragrafi e sottoparagrafi, fino a esaurire gli argomenti.
Best practice per la gestione degli heading seo
- Abbiamo 6 livelli di headings – da h1 fino a h6, e possiamo usarli tutti con tranquillità
- In un testo di media lunghezza (1500-2000 parole) in genere non si supera il livello h4
- Una pagina web dovrebbe trattare un solo argomento e anche i singoli paragrafi e sottoparagrafi dovrebbero incentrarsi su un solo tema secondario rispetto a quello principale
- L’H1 introduce e apre l’articolo.
- I tag heading vanno inseriti nel testo in ordine decrescente in base all’organizzazione che intendiamo dare al contenuto: il titolo principale è l’h1, il paragrafo o i paragrafi principali dovranno essere titolati con un H2, i successivi sotto paragrafi interni con h3 e via così con grandezza dei font che vanno dal più grande h1 a degradare man mano fino all’h6 segnalando ai lettori che i titoli più piccoli sono gerarchicamente inferiori ai precedenti.
- Rispettare l’ordine gerarchico significa anche che l’intestazione di grado superiore può ospitare una di grado inferiore
- Possiamo creare una struttura h2-h3-h4-h3, per trattare in modo approfondito un tema e poi tornare a quello di livello leggermente superiore, se ciò non confonde il lettore.
In conclusione, le best practice per la gestione degli heading SEO svolgono un ruolo fondamentale nell’ottimizzazione dei tuoi contenuti web. Gli heading non sono solo elementi di formattazione, ma veri e propri indicatori di struttura che guidano sia i motori di ricerca che gli utenti attraverso il tuo contenuto.
Mantenere una gerarchia chiara e logica degli heading, includere parole chiave pertinenti e assicurarsi che ogni sezione del tuo articolo offra valore tangibile all’utente sono solo alcune delle pratiche essenziali per migliorare la tua visibilità online. Inoltre, ottimizzare gli heading in modo che siano concisi, pertinenti e attraenti aiuta a massimizzare l’impatto del tuo messaggio.
Ricorda che il successo delle tue strategie SEO non dipende solo dalla scelta dei migliori heading, ma anche dalla coerenza nel loro utilizzo. Mantenere questa disciplina nel lungo termine contribuirà in modo significativo a migliorare la tua posizione nei motori di ricerca e a offrire un’esperienza utente di qualità. Quindi, applica queste best practice con costanza e precisione, e vedrai i benefici nella tua classifica e nell’engagement del tuo pubblico.